La storia raccontata dai testimoni |
Ricerche Storiche D'Ambra - Ricerche Storiche | |||
Scritto da Caterina Sepe | |||
Giovedì 26 Febbraio 2009 18:25 | |||
La storia raccontata dai testimoni Maria Regine, 99 anni compiuti, è stata la regina della serata culturale che il Centro di Ricerche Storiche d’Ambra ha dedicato a “La storia raccontata dai testimoni”. All’insegna dell’antico adagio africano “ogni anziano che muore è una Biblioteca che brucia”. Hanno animato altresì l’incontro: Vito Del Deo ex commerciante, Michele Iacono (detto “il magone”) ex autista Sepsa, Giovanna Canelli poetessa, Amedeo Mastellone discendente del Ministro di Giustizia della Repubblica Napoletana del 1799 e Paolo Castagliuolo generale medico; tutti tra gli 80 e 90 anni. E’ evidente che di fronte alla Regine apparivano dei giovanotti, mentre gli altri intervenuti erano da considerarsi degli infanti, o giù di lì. Ha contribuito alla riuscitissima serata il complesso musicale diretto dal maestro Filippo Schioppa. Maria Regine, accolta da uno scosciante applauso, festeggiatissima, si è offerta al microfono di Nino d’Ambra che fungeva da intervistatore, con grande disponibilità e con puntate d’ironia che hanno fatto sorridere di compiacimento il pubblico presente. Ha raccontato della sua infanzia fatta d’indigenza, di lavoro e di restrizioni; come figlia, come moglie e come mamma di numerosa prole. Fisico asciutto ed aspetto simpatico, ha fatto sorridere l’attento uditorio quando ha riferito di come allora le ragazze facevano il bagno di mare con la sottana e di come i ragazzi accorrevano quando il mare era agitato nella speranza di vedere qualcosa in più con le onde alte che talvolta <<facevano scoprire la gloria>>.Vito Del Deo (“il panettiere” che Nino d’Ambra immortalò, oltre 20 anni addietro, nella sua nota poesia-racconto “Perché sono antifascista”) ha incentrato principalmente il suo dire su episodi dell’ultima guerra mondiale, vissuti direttamente, e di come si sia salvato per miracolo dalla morte quando faceva il militare. Oltre ad espedienti, fra il serio e il faceto, che doveva attuare, nell’immediato dopoguerra, quando andava in provincia di Napoli a caricare la farina per il pane ed i legumi, per sfuggire al pizzo della camorra. Michele Iacono ha riferito diversi episodi interessanti della sua vita e di come ragazzo discolo, gli venne la frenesia di rompere le anfore (le langelle) di creta di ragazze lacchesi che, durante l’attesa di riempirle, erano vicino alla fontana pubblica detta del “pisciariello”, e di come fu severamente punito per questo suo atto che allora era considerato di gravità eccezionale; pertanto fu rinchiuso in un Collegio di suore a Castel Morrone in Provincia di Caserta. E di quando a Lacco Ameno spinse in mare un vigile vestito che gli era antipatico. Un episodio che gli è rimasto particolarmente impresso fu la vista di una superiora di suore che fumava il sigaro e di come la stessa picchiò un giovane che aveva fatto delle avances verso di lei, interpretando la sua modernità come disponibilità ad altro. Il ricordo più pregnante di Giovanna Canelli, che ha trascorso la sua giovinezza nel nord d’Italia, è stata la scomparsa di quasi tutti gli amici d’infanzia a causa della guerra, o perché deportati in Germania o perché morti in battaglia. E poi il rispetto reverenziale verso i genitori e gli adulti in genere, nonché la riservatezza cui l’ambiente sociale e familiare costringeva le ragazze. Amedeo Mastellone, figlio di magistrato, della nota Famiglia Biondi di Forio, ricorda la severità dell’ambiente in cui viveva e della sofferenza che questo andazzo sociale gli procurava, senza amicizie e senza l’affetto dei coetanei; di cui ancora oggi sente il peso psicologico della privazione. Ha concluso le rievocazioni il generale medico Paolo Castagliuolo che, fra l’altro, ha fatto un’ampia e puntuale panoramica della zona di Citara all’epoca: dai funghi porcini dell’Imperatore all’abbondanza di pesce, dal sapore eccezionale degli ortaggi (primizie dell’Isola d’Ischia) all’abbondanza della cacciagione, che veniva anche salata e venduta a Napoli (piccola risorsa in un periodo di estrema indigenza). Si è soffermato altresì sulla bontà delle acque termali di Citara e di come la mancanza di cloruro di etile impedì che la centrale della Safen producesse energia elettrica, non solo sufficiente per il fabbisogno dell’Isola d’Ischia, ma anche per l’esportazione. Il Castagliuolo ha concluso ricordando che, in sua presenza, verso il 1932/33, la regina Maria José di Savoia faceva i bagni termali a Citara in via riservata. La necessità della sintesi non consente di mettere adeguatamente in luce la gratificazione spirituale che la serata ha procurato a tutti: “conferenzieri”, intervistatore e pubblico presente; dove momenti di nostalgia e di tristezza si sono alternati a racconti intrisi di fresca ironia, con cui le venerande età hanno sorpreso tutti. “Veramente fra le nostre radici migliori!”, hanno esclamato acutamente diverse persone presenti. Proclamata la novantanovenne Maria Regine regina del meeting storico-culturale, dopo che il dr. Nicolino Barbieri, applauditissimo, aveva a lei dedicato un’appassionata canzone napoletana, accompagnato dal complesso di Filippo Schioppa. L’incontro si è concluso con la comunicazione che l’avv. d’Ambra ha effettuato per il prossimo appuntamento relativo alla serata culturale che sarà dedicata alla vita ed alle opere dello storico prof. Michelangelo Mendella, già professore di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Napoli, scomparso lo scorso anno. Già in apertura Nino d’Ambra aveva, fra l’altro, ricordato alcuni frequentatori del Centro, deceduti negli ultimi mesi e, in particolare, il Giudice Onorario avv. Franco Tilena, a cui è stato dedicato un brano musicale sinfonico da parte del complesso di Filippo Schioppa. Caterina Sepe.
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Ultimo aggiornamento Domenica 22 Marzo 2009 18:12 |