Rai5: Dedicata ai grandi coreografi la puntata di (Step-passi di danza)
Roma, 14 gen. - (Adnkronos) - Nella puntata di «Step, passi di danza», il programma di Rai5, in onda domani alle 21.00, si parla dei grandi coreografi del XX secolo come Merce Cunningham, Josè Limon, Martha Graham, Maurice Bejart, Roland Petit, Mats Ek, William Forsythe, Pina Bausch. Per l'occasione, gli ospiti intervistati da Kledi Kadiu saranno Eleonora Abbagnato e Alessio Carbone, entrambi primi ballerini dell'Opèra di Parigi;
Carla Maxwell, direttrice artistica della Limon Dance Company; Pompea Santoro, danzatrice italiana tra le migliori interpreti del repertorio di Mats Ek e i critici di danza Roger Salas e Elisa Guzzo Vaccarino. Martha Graham e Josè Limon - Per Roger Salas sono «insieme a Merce Cunningham la grande eredità della danza moderna del XX secolo». Per Carla Maxwell: «Ognuno di loro ha creato un metodo, un vocabolario, a cui si sono ispirati tantissimi coreografi. Il miglior modo per definirli è classico-moderni perchè molti dei loro lavori sono diventati dei classici del Novecento». Pina Bausch, Merce Cunningham e William Forsythe - Per Elisa Guzzo Vaccarino sono i tre coreografi di maggiore influenza del Novecento, al di là del balletto narrativo. La Bausch perchè con il suo teatro danza ha creato un genere e con la sua straordinaria originalità ha portato il gusto del montaggio sulla scena, come se i suoi balletti fossero dei film. Cunningham per la sua influenza su tutta la danza formale e astratta. Il coreografo americano (scomparso nell'estate del 2009 a pochi giorni di distanza dalla Bausch) «ha liberato la danza, sostenendo che non è ancella della musica, non si mette al servizio di scene e costumi, ma può stare a sè. I ballerini hanno sulla scena lo stesso valore delle altre arti». Infine, il post-classico Forsythe, che può essere considerato il coreografo contemporaneo che meglio ha saputo riprendere, aggiornare e riplasmare il patrimonio del balletto classico, dimostrandosi l'erede migliore di George Balanchine.
(segue) (Com/Ct/Adnkronos) 14-GEN-11 13:48 NNN
Vi ringrazio per la vostra partecipazione attiva a questa indagine.. apre molte strade, però è per me interessante cercare di "concludere"questa parte del mio percorso universitario ponendo degli interrogativi sul presente e al contempo analizzarlo cosi da capire come si prospetta il futuro e come l'artista desidera direzionarsi....i nuovi linguaggi creativi dello spettacolo dal vivo, i processi, i ? , le trasformazioni anche dei linguaggi delle generazioni di artisti '80 -'90 fatte fino ad oggi.artisti attivi nell'epoca contemporanea..
io credo molto nello scambio di riflessioni, nel dialogo..credo che in qualsiasi tipo di relazione il dialogo sia la cosa più "terapeutica" per comprendere i problemi, per porsi delle domande, per riflettere, per ascoltare..quindi ringrazio tutti coloro che desiderano e/o desidereranno partecipare..qualcuno mi ha anche detto che parteciperà per farsi anche delle auto - riflessioni..a tale proposito penso che sia utile essere attivi in tutti i sensi alla vita e specialmente per l'artista tutti i giorni c'è qualcosa che può definirsi nuovo nella propria ricerca..
vi incollo qui di seguito la mail con le domande, grazie
Questa tesi desidera presentare una riflessione socio-culturale sulla natura condizionata e non condizionata dell'essere e del suo movimento che vive l'incongruenza del mondo civilizzato e della nostra società contemporanea (frase citata da Piera Pavanello in "Sistemi Selvatici").La ricerca desidera calarsi nel contesto dei problemi che emergono dal tessuto sociale,proponendo come chiave di lettura il costrutto dell'auto-persuasione,che rappresenta un interessante e inusuale strumento per rendere efficaci i tradizionali modelli dell'influenza sociale,ovvero come l'interazione tra le persone influenza il modo in cui essi pensano e si comportano. In un'epoca storica come quella che stiamo vivendo,nella quale il periodo postmoderno si presenta come il progressivo affermarsi dell'idea che nulla può poggiare stabilmente su un senso definitivo ma si assiste ad una progressiva perdita di autorità delle istituzioni politiche, delle leggi morali,delle strutture religiose ecc. come reagisce oggi la danza contemporanea a tutto ciò? e soprattutto come reagiscono gli artisti?
L'Arte, risentendo della fine del periodo storico delle "Grandi Narrazioni", ne deriva necessariamente una condizione di perdita di centro e frammentazione alla certezza di una finalità data e si apre ad un "nomadismo" in direzioni tutte ugualmente aperte. L'arte postmoderna non è più indice né icona della realtà esterna, ma solo immagine assoluta,sintetica,immagine che nasce dal linguaggio digitale.Ma nella danza?
Con la fine delle avanguardie e il fiorire delle ricerche è venuta meno la necessità di definire la danza odierna, se non come generica danza contemporanea mantenendo alcune caratteristiche comuni: l'interazione tra coreografo e interprete, lo scarso peso dato dalle tecniche e la crescente importanza riservata alla progettualità coreografica,alla danza come evento, sempre collegabile ad altre arti in forma di installazione, performance,video-danza,...
In una società in cui la cultura è messa alle strette, e per quanto riguarda la danza,ci sono poche fonti di sostentamento, quanto le Vostre credenze, atteggiamenti,ricerche poetiche sono coerenti con il proprio comportamento? Ad esempio nel promuovere e vendere il proprio spettacolo (prodotto) ad un festival rispetto ad un altro, a cambiare e/o adattare la poetica della performance a seconda dell'esigenza del mercato.
Queste domande NON vogliono essere "inquisitorie"e nemmeno critiche, sono formulate per dare origine ad un'indagine scientifica e socio-culturale per promuovere riflessioni sulla situazione contemporanea della disciplina coreutica italiana nell'epoca postmoderna, SENZA GIUDICARE,dove è ancora poco chiara la differenza tra danza libera,moderna e contemporanea e dove digitando danza contemporanea nel motore di ricerca appare un piccolo paragrafo di Wikipedia nel quale viene citata solo il centro di ricerca sperimentale della danza ad opera di Bella Hutter nei primi anni '70 a Torino e tra i protagonisti nemmeno un nome italiano.
Desidero ringraziare tutti coloro che PARTECIPERANNO gratuitamente a questa mia indagine,donando riflessioni personali ma oneste cosi da avvalorare sempre il proprio pensiero e scelta artistica.
In un'epoca tecnologica, che valenza ha la danza? Esiste il coreografo,quale è il suo ruolo dal momento in cui già il danzatore diventa autore di se stesso? ( nell'ambito del panorama europeo ci sono artisti che non provengono dal mondo delle arti coreutiche ma che sono in grado benissimo di utilizzare i materiali coreografici forniti dalle proprie compagnie per creare delle opere d'arte)Allora,che cos'è la danza contemporanea? Che cos'è dunque il corpo? La nuova arte è all'insegna della multidisciplinarità e di nuovi supporti,non si accontenta più di rimanere ancorata a vecchie categorie semantiche;quali sono gli elementi rilevanti nella ricerca artistica dell'artista stesso nell'ambito della danza? Che rapporto c'è tra il corpo e lo spazio?Il corpo e il tempo? Qual'è il personale punto di partenza del proprio lavoro? Come è cambiato il processo creativo dagli anni'80 ad oggi? e se nel proprio percorso personale ci sono stati dei cambiamenti, cosa ha indotto una trasformazione o una nuova ricerca? E per chi invece inizia oggi ad affacciarsi al mondo artistico quali sono i nuovi processi creativi?il performer è attivo o passivo? è l'epoca delle multinazionali,della globalizzazione,dell'aids,della droga,dei tatuaggi,del peircing, del cancro, del look...e che cos'è il look rapportato al comportamento dell'artista nei confronti della società e del mercato che lo gestisce?un tema dominante la nuova umanità è il travestitismo che è più che il simbolo,il sintomo, la manifestazione reale di una mutazione già in corso,una mutazione se non genetica perlomeno psicosomatica quale la scienza non aveva previsto e non poteva desiderare di prevedere,un'umanità che può sconvolgere completamente i criteri comuni,a partire dalla divisione sessuale,a sua volta psicanaliticamente all'origine di ogni divisione del pensiero umano. travestito,transessusale: al di là, alla trans-formazione che va in direzione del fenomeno del mutamento-una "logica travestita"(secondo Marjorie Garber).Un altro corpo in ogni caso,un altro rapporto con il corpo che di nuovo può andare dalla tenerezza alla sorpresa,alla provocazione,alla mostruosità. Quanto le trasformazioni sociali coinvolgono l'artista, trasformano il suo corpo e il suo movimento quanti input percepisce e immagazzina di conseguenza? cosa succede al corpo?Come si muove un corpo nato nell'era della nuova tecnologia, della ricerca ecc. rispetto ad un corpo che si trova a convivere con quest'epoca?
Il filosofo Mario Perniola suggerisce che il corpo postmoderno è corpo "orizzontale",corpo superficie,corpo cosa,corpo inorganico, strumento di una sessualità "neutra",senza vita e senz'anima,sospesa,completamente artificiale. Corpo sempre aperto,disponibile "in diretta", senza scarto temporale e contemporaneamente ubiquo come la tecnologia postmoderna. Che cos'è il corpo per l'artista?Dove è l'identità?Che ruolo ha il corpo? L' IDENTITà è LA TRASFIGURAZIONE DEL PROPRIO CORPO?
In una società rivolta alle nuove ricerche,alle nuove tecnologie,l'epoca postmoderna diventa l'era del post-umano, del dopo umano: il corpo non è più proprio,individuale,singolare,può essere non solo vestito d'altri panni,ma modificato esso stesso,cambiato,ricostrutio,innestato di parti meccaniche,presto ibernato,duplicato e clonato. Non è più l'immagine ad assomigliare al corpo,ma sempre più il corpo ad assomigliare ad un'immagine, a essere un'immagine di immagine. "...Alla fine del secondo millenio la carne videodromatica presuppone perciò una corporeizzazione tecnologica e una corporeità tecnologizzata."scrisse Teresa Macri' del corpo postorganico; ne nasce un nuovo essere ibrido che non ha più statuto tra gli umani e prepara già quelli prossimi,posteriori,posteri. Qual'è allora il nuovo pensiero di un artista che usa come strumento di lavoro il corpo quotidianamente? diversamente da alcuni artisti c'è un filone della danza e nel teatro fisico ancora legato al significato dell'anima, dell'emozione, del corpo come fatto di organi ecc.come si può pensare di trovare spazio, inteso come esistenza,all'interno di un'era rivolta alla creazione di un nuovo modello di corpo, di un totale stravolgimento dell'essere finora esistito?"
Quale è o quali sono i linguaggi che oggi ci raccontano di più del tempo presente? Quali sono i punti di contatto di soggetti e figure che non si conoscono e che invece in uno stesso momento sono attraversati, sono presi comunemente dalla necessità di lavorare su uno stesso concetto? Persone che non si conoscono ma hanno dei punti di contatto comuni, si direzionano in strade comuni che,, però affrontano in maniera diversa, perchè possono provenire da discipline diverse (per esempio, arti figurative e spettacolo dal vivo), un medesimo tema che racconta di individui e l'artista sceglie di raccontarsi come individuo..non individuo-artista. PAROLE CHIAVI su cui riflettere: contesto, "centricità" Vorrei lasciarvi con queste ultime due righe.. Pensando alla domanda cos'è il corpo (come viene affrontato, ai festival che prendono come tema il corpo ecc), pensando proprio a ciò che viviamo e facendo riferimento ad uno degli avvenimenti (anche a tanti altri,.. successivi forse) che più ha inciso nell'immaginario di molti ed in particolare di coloro che creano, che effetti ha avuto la data Undici Settembre? Non ha sollevato, nuovamente, la domanda cos'è il corpo? Non si può negare che quella data non abbia realmente raccontato, un'altra volta, cosa sia il corpo. Rispondere a
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come reagisce oggi la danza contemporanea a tutto ciò? e soprattutto come reagiscono gli artisti?
In un'epoca tecnologica, che valenza ha la danza? Esiste il coreografo,quale è il suo ruolo dal momento in cui già il danzatore diventa autore di se stesso? Allora,che cos'è la danza contemporanea?Che cos'è dunque il corpo? La nuova arte è all'insegna della multidisciplinarità e di nuovi supporti,non si accontenta più di rimanere ancorata a vecchie categorie semantiche;quali sono gli elementi rilevanti nella ricerca artistica dell'artista stesso nell'ambito della danza? Che rapporto c'è tra il corpo e lo spazio?Il corpo e il tempo?Qual'è il personale punto di partenza del proprio lavoro?Come è cambiato il processo creativo dagli anni'80 ad oggi? e se nel proprio percorso personale ci sono stati dei cambiamenti, cosa ha indotto una trasformazione o una nuova ricerca?E per chi invece inizia oggi ad affacciarsi al mondo artistico quali sono i nuovi processi creativi?il performer è attivo o passivo? che cos'è il look rapportato al comportamento dell'artista nei confronti della società e del mercato che lo gestisce? Quanto le trasformazioni sociali coinvolgono l'artista, trasformano il suo corpo e il suo movimento quanti input percepisce e immagazzina di conseguenza? cosa succede al corpo?Come si muove un corpo nato nell'era della nuova tecnologia, della ricerca ecc. rispetto ad un corpo che si trova a convivere con quest'epoca? Che cos'è il corpo per l'artista?Dove è l'identità?Che ruolo ha il corpo? L' IDENTITà è LA TRASFIGURAZIONE DEL PROPRIO CORPO? Qual'è allora il nuovo pensiero di un artista che usa come strumento di lavoro il corpo quotidianamente?
LA DANZA COME DONO DEL CORPO
La danza è una memoria che è interna alla struttura di ogni essere vivente, che produce un cambiamento e che introduce all’accoglienza dell’altro. La concretezza dei contesti in progressivo evolversi in cui la danza viene accolta hanno testimoniato le creazioni e i progetti artistici dei grandi artisti, ispirati dall’esperienza e dalla partecipazione di una collettività. Ciò che ha reso possibile la loro realizzazione è stato il comunicare alle persone un modo di vedere il mondo che è stato corrisposto e analizzato. La cosa che ancora non sappiamo è se è stato compreso a causa di una lettura storica che non può correre al di là del tempo e in che direzione sta andando. Nella storia della danza viene confermata questa caratteristica che compare ciclicamente nei momenti di rinnovo in cui si sono attuati dei radicali cambiamenti. Il problema nella danza oggi è il suo isolamento rispetto alla formazione pedagogica come disciplina nelle scuole e la diffusione che il messo mass mediatico le rivolge. Nelle avanguardie storiche è sempre stato presente un completarsi delle diverse funzioni e delle qualità espressive che un linguaggio conteneva. Il rapporto tra arte e danza non può essere diviso perché in questo modo si andrebbe a sottolineare una dualità che ha falsificato le testimonianze storiche che ci hanno lasciato i grandi danzatori in collaborazione con video artisti, pittori e musicisti. Il contesto in cui vive l’artista e il danzatore, il coreografo, lo scrittore, viene messo in crisi da una società in cui i valori per il superfluo e l’hobby del voyerismo hanno iniziato a istruire gli intellettuali e a diffondersi come elemento culturale indice di una competenza culturale adeguata in materia. Le fondamenta di un’ ignoranza cosi forte sono legate alle circostanze.
L’importanza di contestualizzare il linguaggio va ricercato nella testimonianza storica che ci hanno lasciato i grandi interpreti del Novecento da Pina Bausch, Merce Cunningham e William Forsythe . Il rivoluzionario intervento di Mercè Chunningam con la sua collaborazione alla Cornish School of Performing Art, la sua ricerca affiancata da John Cage, le creazioni interdisciplinari con artisti quali Rauschemberg, William De Kooning, Nam June Paick sono l’esempio concreto di una possibile multidisciplinarità che appartiene alla danza come linguaggio. Il fattore comune divisore è il corpo e il suo essere per l’identità fonte di riconoscimento e di condivisione: essere corpo e non possederlo, avere un’identità e non inventarla, conoscere il proprio corpo, conoscere se stessi. La danza è il dono del corpo che permette all’essere umano di esprimere il rapporto che esso ha con il presente di un immaginario creato dall’ inseparabile modo di essere arte che è nell’uomo. La natura lo conferma con le sue molteplici forme con cui si manifesta al nostro sguardo. La danza è il succedersi di movimenti che danno un’identità alla nostra esistenza. La danza è un elemento di interpretazione della rappresentazione collettiva e individuale della società. L’identità della danza è arrivata ad una dualità che nasce da una frammentazione delle interpretazioni e delle definizioni delle visioni che le persone hanno di ciò che le circonda. La storia dell’arte di tutto il Novecento va a confermare l’obbiettivo di descrivere coerentemente con quanto accade nella realtà, attraverso la visionarietà degli artisti e della loro capacità di veicolare l’emozione per renderla oggettiva e riconoscibile all’altro. Esiste una collaborazione che è un sodalizio essenziale per la concreta esistenza dell’arte. Lo stesso William Forsythe introduce un elemento tecnico che si avvale del sostegno e della ricerca scientifico tecnologica con l’ inserimento di programmi d’apprendimento improvisation technology e definendo i suoi spettacoli work in progress. Spesso accade che la cultura dimentichi negli enormi elenchi bibliografici la lunga lista di nomi che hanno permesso l’allargarsi degli orizzonti della danza. La post modern dance così definita da Yvonne Rainer, conferma la caratteristica attuale che l’interazione della danza con le altre forme di linguaggio artistiche sta abbattendo per dare vita ad una nuova era nella storia dell’arte contemporanea. L’eredità della danza è stata riproposta con la ricerca coreografica attualizzata e rivisitata con l’intervento di strumenti tecnici e artistici che stanno mutando la percezione della rappresentazione scenica da parte dello spettatore. Il centro del problema nasce dalla ricerca di voler intraprendere un percorso di rappresentazione della società che attinga ad un bisogno di ritornare ad essere uniti con la propria coscienza. In ogni codice interno alla danza e alla creazione di un coreografo dovrebbe essere riconosciuta la capacità individuale di essere tubo catodico pronto per uno scambio. Nell’epoca del digitale la comunicazione si trasforma e con essa anche le forme d’arte contemporanea si modificano. L’intreccio che creano i grandi artisti con le problematiche attuali sono fonte di un’esperienza che si estenda alla propria persona e che abbracci sempre più il differente che gli si presenta appena apre il proprio sguardo al mondo. La diramazione della danza contemporanea è pericoloso il rischio di cadere in una danza come momento di auto elogio,anziché in una danza come offerta di sé, che permetta la nascita di un attività di collaborazione. La situazione si fa inquietante se all’origine di un processo di creazione da parte di un coreografo c’è solo un esigenza cinestetica che lo porta a ricercare in una sala prove, in un intervento performativo, in un teatro la propria soddisfazione personale e il consenso del pubblico. Che cosa può sostituire al percorso di un professionista la sensazione di ricominciare a muoversi per avere uno stato di sé attraverso la creazione e che significato dargli? Per dare un valore alle testimonianze sensibili che gli artisti ci offrono dovremmo procedere verso una trasformazione degli strumenti di lettura di un opera che si avvalga di una interpretazione che nasca dal linguaggio del cuore. Chi si interessa di arte deve ritrovare il piacere di contribuire con la propria opinione per dare una centralità al corpo come elemento di interpretazione. L’immaginazione che genera una rappresentazione coreografica o ad un manufatto artistico ha un’ identità non solo individuale ma comprensiva dell’altro: questo serve per ridare una definizione nuova al significato della danza. Il piacere di condividere va valorizzato, l’arte che vada al di la della sensazione e che ci permetta una ricongiunzione con la nostra conoscenza originaria: il corpo.
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