Il pala... veleni |
ForioNews - Cronaca | |||
Scritto da Luciano Castaldi | |||
Venerdì 26 Giugno 2009 07:32 | |||
Il pala... veleni Il “nuovo” palazzetto dello sport di Forio è un po’ come certe uova di Pasqua. Tanto promettente all’esterno, quanto deludente all’interno. È l’unico concetto che mi viene in mente per esprimere quel che prova uno sportivo come me, che il Palazzetto è arrivato a sognarselo di notte, manco fosse una bella donna. È il simbolo della Forio del nuovo millennio, questo Palazzetto. Insieme al porto, che però, visti i tempi di ultimazione, dovrà ancora attendere ed è già candidato a emblema della Forio del 3000. La casa dello sport in salsa saracena è un’opera senza dubbio faraonica che, forse anche per questo, ha doverosamente rispettato i proverbiali tempi biblici per la sua realizzazione. Posa della prima pietra, in pompa magna, nel lontano 1990. Inaugurazione ufficiale, in pompa magna (sottolineo magna), durante l’ultima campagna elettorale per le amministrative. Come dire: per essere un prodotto “madeinforio” la data di scadenza sulla confezione è quella giusta, ma il cioccolato è oramai avariato. Si tratta infatti di una struttura progettata male, costruita peggio e nata già vecchia dopo angoscioso, doloroso e tormentoso travaglio. Sarcasmo a parte, sono profondamente e sinceramente amare le parole che sto provando a mettere giù. Perché nel palazzetto ho creduto molto. E insieme a pochi altri ho lottato, sono sceso in piazza ed ho litigato per vederlo finito… Perché non era possibile che a Forio non ce ne fosse uno. E, infatti, quando, per la prima volta sono entrato nella nuova struttura, a me che mi sento sempre un po’ “esule in patria”, è scattato un commosso moto d’orgoglio “furieno”. Finalmente!, mi sono detto. Smaltito però l’entusiasmo iniziale, ben presto ha prevalso la delusione e lo sconforto. Finora questa non è stata la casa dello sport e dei suoi valori, ma solo una delle tante discariche politiche all’ombra dell’Epomeo. E, infatti, un uomo di sport come Ciro Piro, dopo tanto impegno e passione, è stato costretto a mollare…È “foriano” il Palasport. Lo si comprende guardandosi intorno appena s’imbocca il viottolo che prende forma sulla provinciale proprio di fronte alla pompa di benzina, cioè a uno dei tanti, significativi, “monumenti” della Forio contemporanea. Immediatamente si ha la sensazione di avere di fronte qualcosa di veramente imponente e, diciamolo, fascinoso. Il Palazzetto svetta nel contesto “forian-libico” del “Casale”, dove una volta, lo si intuisce dal nome (“mmmhhhh… la zuppa del Casale!” avranno famelicamente pensato sul Municipio…), abbondavano rigogliosi ortaggi, specialmente pomodori, di cui si sarebbe gran bisogno anche oggi e per un utilizzo non solo “gastronomico”. Tra eroici e “resistenti” filari di viti (resistere!resistere!resistere!), carcasse di macchine abbandonate, erbacce, canne spezzate dal tempo e polvere (soprattutto polvere) c’è l’incarnazione del sogno di tante generazioni di sportivi “furieni”. A presidiarla tutt’intorno non dei cavalieri, ma i cadaveri (anch’essi polverosi) dei pulmini della defunta Pegaso spa, cui fanno compagnia i rottami delle barchette di vetroresina, rimossi dalle spiagge del costruendo porto e finite lì chissà per merito di quale brillante intuizione amministrativa. Sulle spalle del “gigante”, proprio sopra l’ingresso atleti, tristi gradinate di cemento guardano nel nulla. Ora che fa caldo, la polvere entra ovunque. Quando piove è però il fango che la fa da padrona. Insieme all’acqua, copiosa, che s’infiltra dal tetto e arriva persino sul terreno di gioco, anch’esso già logoro. È “foriano”, questo Palazzetto. Guascone, vanta persino una “saletta stampa”, ben due biglietterie (!) e tre custodi. Per la “gestione”, gli amministratori comunali hanno, infatti, saputo dare il meglio di sé, inventandosi l’affidamento alla Torre Saracena, la società municipalizzata che gestisce i rifiuti e i cimiteri (e ho detto tutto!). La Torre Saracena, ovvero, il braccio armato del potere politico locale. Sembra una barzelletta ma, invece di ricavare soldi da quest’affidamento, è il Comune che, per un anno, ha dovuto pagare l’azienda monnezzara…. È foriano il Palazzetto e quindi costa caro. Tanto pagano i “fruitori”, cioè gli sportivi, i giovani, i bambini e le loro famiglie. A sostenere i costi altissimi di questa salatissima gestione (clientelare), sono state le associazioni sportive di Forio, con tariffe che non hanno eguali in Italia. Euro trenta l’ora, sia chiaro: escluso il gas per le caldaie delle docce. Provate a fare un giro sul web. Nessuno paga come a Forio. E mentre cestisti e pallavolisti, calciatori e danzatrici quasi facevano a botte per conquistare una mezz’ora in più sul campo, sul Comune pensavano a spartire per provare ad accontentare innanzi tutti i “clienti” e poi “gli avversari”. Riuscendo alla fine a scontentare tutti, amici e nemici. Insomma, oltre a tutto il resto, quest’uovo è pieno di veleni. Ora che la stagione sportiva giunge al termine e chi vuole continuare a fare qualche allenamento trova la porta sbarrata (da mesi i tre custodi non prendono stipendio), incombe sul futuro un punto interrogativo più grande del Palazzetto stesso. Se le cose restano così, è facile prevedere che la struttura del Casale resterà a disposizione solo di quelle realtà più facoltose o prone nei confronti della politicuzza paesana, a discapito di chi da sempre spende la propria vita per diffondere tra i giovani i valori autentici dello sport, inteso innanzi tutto come momento di crescita sociale. Volendo esagerare nelle funeste previsioni, il rischio peggiore è quello di avere una sorta di fabbrica di ghiaccio nel deserto. Se muore lo sport, non si capisce a cosa serva il palasport. Dopo un anno di pasticci e dopo aver provato a inutilmente a creare l’ennesimo carrozzone clientelare, l’amministrazione comunale, con in prima fila i consiglieri più giovani, sta pensando di privatizzare il tutto. Il Palazzetto costa caro e si tenta di prendere due piccioni con una fava. Si “piazza” l’affare a qualcuno e intanto si continua a fare clientela. Perché, come già detto, persino sull’attribuzione degli orari di utilizzo assessori, consiglieri e sindaco sono capaci di lottizzare, spartire, promettere, illudere, tradire. Resta però il problema dei tre custodi. Che fine faranno? Con un contratto (elettorale) a tempo determinato è facile intuire che, comunque vadano le cose, ci saranno licenziamenti. E, purtroppo per loro, c’è poco da fare, perché, se è certamente grave e imperdonabile creare illusorie aspettative fra la gente, è da scemi credere alle promesse di questa classe “digerente”. Fortunatamente sembra prendere piede anche l’ipotesi (sponsorizzata specialmente dal prof. Aniello Di Maio) di affidare, in comodato d’uso gratuito, la gestione di tutto questo casino a un costituendo consorzio delle associazioni sportive locali. Ma anche in questo caso resta da capire in che modo, e con quali denari, realtà sportive così povere come le nostre siano in grado di sostenere gli altissimi costi di un Palasport così… “foriano”.
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Ultimo aggiornamento Venerdì 26 Giugno 2009 18:54 |