Bologna: Relazione sul Rendiconto generale della regione Emilia-Romagna dell’esercizio 2012, Relatore di maggioranza: Luciano Vecchi
NOVEMBRE 2013 * “In conclusione, fermi restando i rilievi indicati nella presente relazione, si conferma, come per i passati esercizi, il giudizio complessivamente positivo sulla gestione finanziaria della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio 2012.” (Considerazioni conclusive sulla legittimità e regolarità della gestione della Regione Emilia-Romagna nell’esercizio finanziario 2012; punto 20)
* “Il comparto delle Amministrazioni regionali rappresenta il 10% circa della spesa complessiva ed il suo contributo alla riduzione del deficit dell’insieme delle amministrazioni pubbliche incide, in media, nella misura dell’1% circa. L’effetto cumulato delle misure di austerità adottate nell’ultimo quinquennio (2008-2012) equivale ad una riduzione della capacità di spesa del comparto regionale pari al 17% (circa 29 miliardi di euro in meno rispetto al livello di spesa del 2009).” (dalla Memoria del Procuratore regionale rappresentante il Pubblico Ministero presso la Corte dei Conti)
* Con il decreto-legge 78 del 2010 vi è stato un azzeramento delle risorse ex Bassanini, con gravi ripercussioni sui settori dell’ambiente, della viabilità, dell’agricoltura, del fondo unico per le imprese, dell’edilizia e del trasporto pubblico di interesse regionale e locale, compromettendo lo svolgimento di funzioni estremamente importanti dal punto di vista socio-economico.
* Nonostante tutto ciò, nel 2012 la Regione Emilia-Romagna ha mantenuto invariata la propria leva fiscale e non ha aumentato la pressione fiscale.
* Nel corso del 2012 la Regione ha proseguito con l’azione di razionalizzazione, non solo sulle spese di funzionamento ma anche nei diversi interventi regionali, evitando la logica dei tagli lineari e concentrando le risorse per lo sviluppo economico, mantenendo una attenzione particolare agli interventi di carattere sociale e socio-sanitario.
* Nell’esercizio finanziario preso in esame non è stato contratto nuovo indebitamento ed il limite all’indebitamento regionale previsto dalla legge stabilità 2012 è stato rispettato nell’esercizio di riferimento.
* La Regione Emilia-Romagna ha pienamente rispettato le regole fissate per il patto di stabilità interno per l’anno 2012, contenendo la spesa soggetto a vincolo di crescita all’interno dell’obiettivo programmatico.
Introduzione Il Rendiconto generale adempie all’obbligo istituzionale che deriva direttamente dall'articolo 68 dello Statuto ed ha due funzioni. La prima amministrativo-contabile di rendicontazione, funzione indispensabile ed obbligatoria che permette di verificare il grado di attuazione delle previsioni di bilancio e di acquisire elementi conoscitivi utili per le future previsioni e decisioni. Il Rendiconto assolve però anche a funzioni importanti ed essenziali anche di natura politica. Esso, infatti, illustra i risultati finali della gestione del bilancio regionale consentendo di verificare la politica regionale di bilancio attraverso il confronto fra le previsioni iniziali integrate dalle variazioni intervenute nell'anno ed i risultati definitivi conseguiti, sia in termini finanziari sia in termini patrimoniali. Da queste considerazioni è facile evincere come le rilevazioni consuntive rappresentino un momento fondamentale del processo di pianificazione/controllo dell'ente pubblico, poiché attraverso l'analisi e la valutazione degli scostamenti fra risultati della gestione e l’attività programmata e dalla ricerca delle cause può derivare l'esigenza di riaggiornare il processo di programmazione e migliorare quello decisionale. La relazione al Rendiconto contiene i dati consuntivi, relativi a: il Conto finanziario, nel quale vengono esposte le risultanze della gestione delle entrate e delle spese; il Conto del patrimonio, in cui vi è dimostrazione delle attività e passività finanziarie e patrimoniali, nonché dei punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella del patrimonio.
Conto finanziario, le risultanze della gestione delle entrate e delle spese L'esercizio finanziario 2012 si è chiuso con un avanzo netto di Euro 668.695.473,03. Il bilancio dell’esercizio 2012 è stato costruito sulla base delle previsioni iniziali e delle variazioni intervenute nell’anno che complessivamente hanno determinato le previsioni definitive. Il provvedimento di variazione più significativo è stato quello dell’Assestamento, col quale sono stati stanziati oltre 64 milioni di risorse regionali prevalentemente destinati a sostenere la rinascita del tessuto sociale e economico colpito dal sisma. Se esaminiamo il bilancio di competenza, la variazione netta delle previsioni di entrata è stata di Euro 1.218 milioni, con un aumento di circa il 6,16% sull'ammontare di Euro 19.769 milioni delle previsioni iniziali, comprensive dell'avanzo di amministrazione. Per la parte spesa, la variazione netta delle previsioni è stata di Euro 1.218 milioni, con un aumento di circa il 6,16% sull'ammontare di Euro 19.769 milioni delle previsioni iniziali, comprensive del saldo negativo dell'esercizio precedente, di cui all'art. 34 della L.R. 40/2001. Se esaminiamo il bilancio di cassa, la variazione positiva netta delle previsioni di entrata è stata di Euro 510 milioni con un aumento di circa il 2,33% sull'ammontare di Euro 21.913 milioni delle previsioni iniziali, comprensive del fondo di cassa dell'esercizio precedente. Per la parte spesa la variazione positiva netta delle previsioni è stata di Euro 505 milioni, con un aumento di circa il 2,31% delle previsioni iniziali, ammontanti a Euro 21.851 milioni.
Le risorse Il versante delle entrate è stato caratterizzato, ancora una volta, dall’incertezza sul sistema di finanziamento e dall’opacità del meccanismo perequativo che hanno reso ancor più difficoltosa l’individuazione delle risorse da destinare al finanziamento degli interventi e delle attività istituzionali. Con l’emanazione del decreto legislativo 68/2011 (Disposizioni in materia di autonomia di entrata delle regioni a statuto ordinario e delle province, nonché di determinazione dei costi e dei fabbisogni standard nel settore sanitario), si è avviato il processo di riforma del sistema di finanziamento delle regioni che dovrebbe portare, nel 2013, ad una maggiore certezza delle risorse e alla programmabilità delle politiche di bilancio. La definizione è però rinviata ad atti normativi da adottare previo parere o intesa della Conferenza Stato-Regioni e, in alcuni casi, previo parere delle commissioni parlamentari. Tuttavia, a causa della soppressione dei trasferimenti che costituivano la base finanziaria del processo di riforma verso il federalismo, l’intero processo, per quanto riguarda le risorse non destinate alla sanità, rischia di rimanere inattuato. Quindi, il sistema di finanziamento delle regioni, ancora per il 2012, è stato disciplinato dal Decreto legislativo 18 febbraio 2000, n. 56. Nel corso del 2012 sono risultate ancora di notevole impatto i tagli lineari adottati col decreto legge 78/2010, il cosiddetto “Decreto Tremonti”, (Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica) che ha ridotto le risorse statali a qualunque titolo spettanti alle regioni a statuto ordinario in misura pari a 4.500 milioni di euro a decorrere dal 2012, a fronte di un totale di 5.104,7 milioni di euro di trasferimenti. Per la Regione Emilia-Romagna la riduzione dei trasferimenti statali è stata di 390,15 milioni di euro per il 2012. Con il decreto-legge 78 del 2010 vi è stato quindi un azzeramento delle risorse ex Bassanini, con gravi ripercussioni sui settori dell’ambiente, della viabilità, dell’agricoltura, del fondo unico per le imprese, dell’edilizia e del trasporto pubblico di interesse regionale e locale, compromettendo lo svolgimento di funzioni estremamente importanti dal punto di vista socio-economico. Un settore strategico particolarmente colpito dai tagli governativi è quello del Trasporto Pubblico Locale per il cui funzionamento mancano all’appello 307 milioni di Euro annui, derivanti dalla differenza tra il valore storico di 2.055 milioni di Euro e i 1.748 milioni di Euro disponibili per il 2012, val la pena ricordare che le Regioni hanno stimato la necessità di risorse in 2,5 miliardi di Euro Forse nel momento peggiore in cui gli effetti della crisi finanziaria stanno colpendo, anche nella nostra regione, le fasce di popolazione più fragili, un altro settore particolarmente colpito dai tagli è quello dei servizi sociali, i quali devono fare i conti con i tagli dei trasferimenti statali agli Enti locali attuati con le ultime manovre del governo e i pesantissimi vincoli posti dal patto di stabilità. In questo contesto si inquadra il quasi integrale annullamento dei fondi nazionali destinati alle politiche sociali, quali il Fondo nazionale per le politiche sociali ed il Fondo per le politiche della famiglia, che negli ultimi tre anni si sono ridotti di oltre il 70%. Per il 2012 l’ammontare di tali fondi è risultato praticamente irrilevante ai fini della programmazione delle politiche regionali. Dal 2011 inoltre non è stato rifinanziato il Fondo nazionale per le Non Autosufficienze, che, per la Regione Emilia-Romagna, prevedeva risorse per 30,1 milioni di euro. La spesa sanitaria nel 2011 è diminuita dello 0,6 per cento rispetto al 2010 e per il 2012 essa è stata rivista ulteriormente al ribasso per rendere strutturali i risparmi conseguiti nel 2011. L’incidenza della spesa sanitaria sul Pil è in continuo calo dal 2009 ed è tornata sotto la soglia del 7%. Nel biennio 2012-2013 rimarrà invariata a fronte di un’inflazione programmata dell’1,5 per cento. A causa del forte ritardo da parte del Governo nella definizione del riparto del fondo sanitario nazionale per il 2012, le Regioni si sono trovate in difficoltà, soprattutto per quanto riguarda i pagamenti ai fornitori. Nonostante tutto ciò, nel 2012 la Regione Emilia-Romagna ha mantenuto invariata la propria leva fiscale e non ha aumentato la pressione fiscale. In base alle disposizioni del D.Lgs n.118 del 23 giugno 2011 “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro enti ed organismi a norma degli articoli 1 e 2 della Legge 5 maggio 2009, n. 42”, per garantire la trasparenza dei conti sanitari, nell’ambito del bilancio regionale è stata individuata l’esatta perimetrazione delle Entrate e delle Uscite relative al finanziamento del Servizio Sanitario, per consentire la confrontabilità tra le entrate e le spese iscritte nel bilancio regionale e le risorse indicate negli atti che determinano il fabbisogno sanitario della Regione. Per questo motivo è stata adottata un’articolazione in capitoli tale da garantire separata evidenza delle poste relative al servizio sanitario ordinario corrente, al servizio sanitario aggiuntivo per l’erogazione dei livelli di assistenza superiori rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza, al finanziamento del disavanzo sanitario pregresso e degli investimenti in ambito sanitario, con separata evidenza degli interventi per l’edilizia sanitaria finanziati ai sensi dell’art. 20 ex legge 67/88. Nell’articolazione sopra richiamata, per dare separata evidenza alle entrate e alle spese per la mobilità sanitaria, è stato necessario iscrivere, in parte entrata e in parte spesa, l’importo, al lordo, della mobilità sanitaria attiva e passiva. L'analisi delle risultanze del consuntivo rappresenta un appuntamento per riflettere in modo documentato sulla situazione economico-finanziaria della nostra Regione e sulla necessità improcrastinabile di attivare un confronto costruttivo tra Stato e Regioni sul quadro della finanza regionale che continua ad essere segnato dall’incertezza sull'ammontare complessivo delle entrate sia con riferimento al breve periodo sia rispetto ad una proiezione pluriennale. Alle Regioni continua ad essere richiesto uno sforzo sempre consistente nell'impostazione delle previsioni di entrata, previsioni che recano elevati margini di incertezza riferiti agli stanziamenti delle stesse, rendendo difficile e complessa la costruzione dei bilanci e la garanzia degli equilibri. Tenendo presente quanto sopra espresso, nelle parti che seguono, vengono esposte analiticamente le entrate, con riferimento alla gestione della competenza, dei residui e della cassa, anche se il principio di unitarietà e di continuità temporale che caratterizza la gestione della Regione fa sì che i risultati di successivi esercizi siano strettamente collegati e interdipendenti.
Come sono state impiegate le risorse? Nel corso del 2012 la Regione ha proseguito con l’azione di razionalizzazione, non solo sulle spese di funzionamento ma anche nei diversi interventi regionali, evitando la logica dei tagli lineari e concentrando le risorse per lo sviluppo economico, mantenendo una attenzione particolare agli interventi di carattere sociale e socio-sanitario. Nonostante l’azzeramento o riduzione dei trasferimenti statali, la Regione ha comunque perseguito i seguenti obiettivi: • garantire la qualità e gli standard delle politiche socio-sanitarie e delle politiche di assistenza alla persona; • consolidare gli interventi sullo stato sociale al fine di tutelare il potere di acquisto di salari, pensioni e redditi già duramente provati da una spirale inflazionistica pesante; • ribadire in maniera forte l’importanza della scuola e della formazione avendo ben chiaro il valore dell’autonomia scolastica e dell’impegno nei progetti innovativi; • mantenere e potenziare gli interventi a favore delle politiche di mobilità in un’ottica di sviluppo sostenibile; • dare adeguato sostegno al sistema delle imprese per garantire un sufficiente accesso al credito e in tal modo creare un volano per sostenere la produzione e quindi la ripresa. Dopo gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 tutta la struttura regionale si è immediatamente attivata per avviare gli interventi urgenti per la messa in sicurezza di luoghi ed edifici, per la realizzazione di opere provvisionali, il ripristino delle scuole danneggiate, la costruzione di strutture scolastiche prefabbricate laddove i danni non consentivano interventi immediati, l’emanazione di ordinanze per l’erogazione di contributi ai privati per riparare i danni delle proprie abitazioni e per ristrutturare e ripristinare le attività produttive, la messa in sicurezza del territorio e tanto altro. Naturalmente la prima azione è stata rivolta a dare assistenza alla popolazione colpita dal sisma. Sono state complessivamente 40 mila le abitazioni danneggiate. Sono state oltre 16mila le persone direttamente ospitate in campi di prima assistenza ed alberghi, progressivamente ridotte, a circa 3.000 in corrispondenza della chiusura avvenuta nel mese di ottobre. La struttura commissariale in collaborazione con Comuni, Province ed Agenzia regionale di protezione Civile, nel periodo 10 – 28 ottobre ha disposto la chiusura dei campi di assistenza in previsione dell’arrivo della stagione invernale, con il trasferimento temporaneo di circa 2200 persone in strutture ricettive. La prima misura messa in campo per sostenere le persone colpite dal sisma nel trovare sistemazioni alternative è stato il Contributo di Autonoma Sistemazione (CAS) gestito dal Dipartimento della Protezione civile fino a fine luglio e passato alla gestione del Commissario Errani dal 1 agosto 2012, dato a oltre 14 mila famiglie. Ulteriori 200-300 nuclei familiari hanno avuto la possibilità di avere un alloggio in affitto e circa 1.000 famiglie stanno per essere alloggiate in moduli prefabbricati realizzati nei comuni maggiormente colpiti. Alla fine di ottobre 2012, dopo un lungo e costante lavoro del Commissario Errani con il Governo, i fondi totali stanziati con diversi provvedimenti ammontavano a circa 9 miliardi di euro per i prossimi anni, oltre al credito d’imposta per le ristrutturazioni, i costi della cassa integrazione ordinaria e straordinaria, l’esenzione tickets e gli interessi sulle anticipazioni bancarie. Sulla contabilità speciale appositamente accesa per far fronte alla ricostruzione delle aree terremotate di cui all’art. 2 del D.L. 72/2012 le risorse disponibili per l’anno 2012 ammontavano a 321 milioni di euro quale acconto derivante dal fondo per la ricostruzione comma 3, art. 2 D.L. 74/2012, 92,5 milioni di euro dal fondo destinato al sostegno alle imprese danneggiate art. 11 D.L. 74/2012 - D.M. 10.8.2012, 1,5 milioni di euro per la raccolta, trasporto e smaltimento rifiuti, comma 17 art. 17 D.L. 74/2012 e 10,26 milioni di euro quale riversamento delle risorse derivanti dalle erogazioni liberali effettuate a favore della Regione per interventi per la ricostruzione e la ripresa dei territori colpiti. Sempre entro l’anno 2012 il fondo è stato incrementato dalla quota proveniente dagli sms solidali, ammontante a 14 milioni di euro. Sono state destinate ingenti risorse per le scuole, pari a 149 milioni di euro, per la realizzazione di moduli prefabbricati a uso abitativo per 90 milioni, per interventi sulle strutture sanitarie per oltre 55 milioni, per la messa in sicurezza del territorio per 34 milioni, per il ripristino dei municipi per 39 milioni, per opere provvisionali per una trentina di milioni, per il recupero e potenziamento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica per 40 milioni, destinando sia risorse del fondo commissariale sia risorse del bilancio regionale ed infine sono partite le procedure per l’erogazione dei contributi per il ripristino e riparazione delle abitazioni con danni lievi o medio-gravi, e per il ripristino e la ricostruzione delle attività produttive.
Il parere della Corte dei Conti Anche quest’anno la Corte ha giudicato positivamente la gestione finanziaria della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio 2012. L’attività di controllo è stata espletata mediante richieste istruttorie sull’attendibilità e veridicità dei dati contenuti nel rendiconto generale. È stato scelta una metodologia di tipo sperimentale e sulla base dell’esperienza maturata in ambito europeo con la cd. DAS (declaration d’assurance) che la Corte dei conti europea svolge annualmente. Secondo la nuova procedura che prevede un giudizio di parificazione da parte della magistratura contabile la Sezione regionale della Corte ha esaminato, in relazione alla gestione finanziaria per l’esercizio 2012, il bilancio di previsione, la legge di assestamento, le variazioni di bilancio approvate sia con legge, sia con delibera di Giunta, il progetto di legge di rendiconto generale e il documento di politica economica e finanziaria (DPEFR), che dall’anno 2000 la Regione adotta “volontariamente”, pur non essendo previsto in nessuna disposizione di legge. Per l’esercizio 2012 l’elemento di criticità più rilevante che ha inciso sulla programmazione annuale delle Direzioni generali è rappresentato dagli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012. La situazione di cassa dell’esercizio 2012 ha evidenziato un risultato positivo attivo pari a 224,46 mln di euro, in netta diminuzione rispetto al saldo positivo dell’esercizio precedente, cui vanno aggiunti anche 22,51 mln di euro, depositati dalla Regione Emilia-Romagna presso la Tesoreria Centrale dello Stato. Nel 2012 la Regione ha osservato i limiti previsti dalla disciplina del Patto di stabilità interno ed ha fatto applicazione della disciplina del Patto di stabilità verticale in favore degli enti locali siti nel territorio regionale. Particolari disposizioni sono state adottate dalla Giunta regionale per i Comuni colpiti dagli eventi sismici di fine maggio 2012 al fine di concedere spazi finanziari in deroga agli obiettivi del Patto. Sempre nel 2012 la Regione non ha fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria. Nell’esercizio finanziario preso in esame non è stato contratto nuovo indebitamento ed il limite all’indebitamento regionale previsto dalla legge stabilità 2012 è stato rispettato nell’esercizio di riferimento.
Anche con riferimento al processo di riordino delle partecipazioni societarie regionali, modello di governance prescelto, misure di contenimento della spesa adottate dalla Regione il giudizio è stato positivo, in aderenza alla relazione che la Giunta ha presentato all’Assemblea legislativa nel mese di febbraio 2012. Anche con riferimento alla gestione del personale regionale che comprende il personale della Giunta e dell’Assemblea legislativa, i limiti di spesa ed assunzionali posti dal legislatore statale sono stati rispettati. In relazione agli incarichi professionali a soggetti esterni gli impegni assunti nell’esercizio 2012 per le predette tipologie sono stati contenuti entri i rispettivi tetti di spesa.
Patto di stabilità interno Le regioni e gli enti locali partecipano al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica assunti dal nostro Paese in sede europea attraverso l'assoggettamento alle regole del Patto di stabilità interno. Che è lo strumento con cui regioni ed enti locali concorrono al rispetto degli impegni derivanti dall’appartenenza all’Unione europea. L’obbligo di partecipazione delle regioni e degli enti locali alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica ha assunto, di recente, valenza costituzionale con la nuova formulazione dell’articolo 119 della Costituzione - operata dalla legge costituzionale 20 aprile 2012, n. 1 volta ad introdurre il principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale - il quale, oltre a specificare che l'autonomia finanziaria degli enti territoriali (Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni), è assicurata nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, prevede al contempo che tali enti sono tenuti a concorrere ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea. Nel dare attuazione all'articolo 119, primo e sesto comma, della Costituzione, così come riformulati, la legge 24 dicembre 2012, n. 243, reca al capo IV le disposizioni per assicurare l'equilibrio dei bilanci delle regioni e degli enti locali e il concorso dei medesimi enti anche alla sostenibilità del debito pubblico. Per quanto concerne la misura del concorso alla finanza pubblica, gli obiettivi finanziari per le autonomie territoriali derivanti dal patto di stabilità interno sono stati fissati col decreto n. 112/2008, per il triennio 2009-2011, poi successivamente integrati dal 2012. La disciplina del patto di stabilità interno per le regioni, continua ad essere basata sul controllo della spesa finale, introdotto nel 2002. Fino all'esercizio 2010, a ciascuna regione è stato richiesto, per ciascun esercizio finanziario, di ridurre di una determinata percentuale il complesso delle spese finali. A partire dal 2011, il risparmio richiesto alle regioni è distinto in termini di competenza e di cassa, ma sempre calcolato sul complesso delle spese finali e deve essere tale da coprire il taglio di risorse effettuato nell'ambito delle manovre finanziarie di risanamento dei conti pubblici. Il mancato raggiungimento degli obiettivi posti dal patto di stabilità interno comporta l’applicazione di una serie di misure sanzionatorie, ridefinite con il D.L. n. 112/2008. esse prevedono: • per le regioni, il versamento all’entrata del bilancio dello Stato dell’importo corrispondente allo scostamento tra il risultato e l’obiettivo prefissato • il divieto di impegnare spese di parte corrente in misura superiore all’importo annuale medio degli impegni effettuati nell’ultimo triennio • il divieto di ricorrere all’indebitamento per finanziare gli investimenti • il divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo • la riduzione del 30% delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori. Con il D.L. n. 98/2011, è stato inoltre introdotto un meccanismo sanzionatorio diretto a scoraggiare l’adozione di mezzi elusivi per addivenire ad un rispetto solo formale del patto ed è stato previsto che qualora il mancato raggiungimento degli obiettivi del patto venga accertato in un secondo momento le sanzioni previste dalla normativa vigente si applichino comunque nell’esercizio successivo. Nel 2012 la Regione ha autorizzato il superamento dei saldi finanziari del Patto di Stabilità dei Comuni e Province per un importo di Euro 99.193.113,21 per gli impegni e 30.000.000 per i pagamenti, in applicazione dell’art. 1 della legge 13 dicembre 2010, n. 220 e in applicazione del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95. Contestualmente la Regione ha proceduto, sulla base della normativa vigente, a rideterminare il proprio obiettivo programmatico per il medesimo importo. La distribuzione ai Comuni e alle Province di risorse utili ai fini del rispetto del patto di stabilità interno non si esplicita in un trasferimento materiale delle stesse, ma in autorizzazioni concesse dalla Regione agli Enti Locali per effettuare pagamenti per opere e altri interventi di investimento già ultimati o in corso di realizzazione, in superamento del proprio limite di Patto di stabilità interno. Inoltre nel 2012 la Regione ha autorizzato per un importo complessivo di euro 40.000.000,00 una distribuzione degli spazi finanziari, in deroga agli obiettivi di patto, ai Comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 sulla base del decreto legge 6 giugno 2012, n. 74. Si tratta indubbiamente di un risultato positivo che ha permesso di soddisfare parte delle richieste espresse dal territorio e che ha, soprattutto, testimoniato la presenza di un elevato livello di responsabilità istituzionale e di fiducia complessiva nei confronti del Sistema territoriale dell’Emilia-Romagna. La Regione Emilia-Romagna è stata vincolata ad una attenta gestione delle spese, considerando che l’unica consistente componente di spesa esclusa dalle limitazioni del patto è quella sanitaria. Nel corso del 2012 gli obiettivi di contenimento della spesa sono stati oggetto di condivisione in sede di Comitato di direzione. Su queste basi sono stati definiti budget di spesa per ogni Direzione generale della Regione, costruiti anche attraverso l’effettuazione di analisi in serie storica sulla capacità di impegno e pagamento di ogni settore. Tali budget sono stati oggetto di monitoraggio puntale e rigoroso oltre che di un costante confronto e supporto informativo verso le strutture regionali. La Regione Emilia-Romagna ha pienamente rispettato le regole fissate per il patto di stabilità interno per l’anno 2012, contenendo la spesa soggetto a vincolo di crescita all’interno dell’obiettivo programmatico. Come per la gestione delle entrate, per meglio valutare l'andamento delle spese nell'esercizio 2012, è necessaria la distinzione fra gestione della competenza, gestione dei residui passivi e della cassa.
Spesa pro capite Considerando la popolazione residente nella Regione alla data del 1 gennaio 2012 la spesa effettiva regionale pro capite (impegnato di parte effettiva) risulta di Euro 2.462 così composta: Spese correnti di amministrazione generale Euro 71 Spese correnti operative Euro 2.225 Spese d’investimento in capitale Euro 140 Spese d’investimento in annualità Euro 1 Spese per rimborso prestiti (quota capitale) Euro 25
La situazione patrimoniale La seconda parte del rendiconto generale – il Conto generale del patrimonio – è il documento contabile che fornisce annualmente la situazione patrimoniale della Regione quale risulta in chiusura d’esercizio per effetto delle variazioni e delle trasformazioni prodotte nei suoi componenti attivi e passivi. Esso evidenzia: 1. un legame puntuale tra variazione patrimoniale e gestione del bilancio 2. una classificazione e quantificazione economica dei risultati della gestione patrimoniale e dei flussi finanziari ad essa correlati 3. l’individuazione dei beni suscettibili di utilizzazione economica al fine di attribuire maggiore significatività ai beni di riferimento. Tali beni che consistono nei fabbricati, nei terreni e nelle foreste sono stati ulteriormente distinti in base alla loro specifica destinazione. L'esercizio 2012 evidenzia un peggioramento di Euro 382.313.190,70 che trova dimostrazione nel Conto generale del Patrimonio. Il conto generale del patrimonio è stato compilato in conformità alle disposizioni dettate dall'“Ordinamento contabile della Regione Emilia-Romagna”, nonché in base alla legge regionale di "Disciplina dei beni regionali". Tale conto risulta articolato nelle due parti fondamentali costituite da: a) attività e passività finanziarie e patrimoniali comprensive delle variazioni derivanti dalla gestione del bilancio e di quelle verificatesi per qualsiasi altra causa; b) dimostrazione dei punti di concordanza tra la contabilità del bilancio e quella patrimoniale. Lo scarto (miglioramento o peggioramento patrimoniale) fra aumento (o diminuzione) della consistenza dell'attivo ed aumento (o diminuzione) di quella del passivo, si evidenzia nel seguente prospetto (le cifre sono in milioni di Euro):
Esercizio Incremento o decremento dell’attivo Incremento o decremento del passivo Miglioramento o peggioramento Patrimoniale 2010 - 3.048 - 2.680 - 368 2011 - 90 + 219 - 309 2012 - 316 + 66 - 382 Sul peggioramento patrimoniale dell'esercizio 2012 hanno influito, in modo prevalente, le seguenti componenti: - fra gli elementi positivi del risultato patrimoniale: l’aumento nei beni mobili e immobili (che passano da Euro 475 milioni a Euro 488 milioni); l’aumento dei residui attivi (che passano da Euro 7.497 milioni a Euro 7.716 milioni); - fra gli elementi negativi del risultato patrimoniale: l’aumento dei residui passivi (che passano da Euro 7.216 milioni a Euro 7.271 milioni); l’aumento dei residui passivi perenti (che passano da Euro 419 milioni a Euro 521 milioni); l’aumento dei mutui e prestiti (che passano da Euro 855 milioni a Euro 857 milioni); la diminuzione delle partecipazioni azionarie (che passano da Euro 111 milioni a Euro 93 milioni); la diminuzione del fondo di cassa (che passa da Euro 660 milioni a Euro 224 milioni).
Conclusione Per le ragioni suddette il Relatore di Maggioranza invita l’Assemblea Legislativa ad adottare il progetto di Legge “Rendiconto generale della Regione Emilia-Romagna per l’esercizio finanziario 2012. ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL’EMILIA-ROMAGNA Ufficio stampa Gruppo PD Assemblea Legislativa Emilia-Romagna Viale Aldo Moro 50, Bologna Web: www.gruppopdemiliaromagna.it
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