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NapoliNews - Tempo Libero
Scritto da Achille Della Ragione   
Sabato 05 Dicembre 2009 19:34

D’amore si vive, un libro da regalare a Natale

Cosa vi può essere di più elegante (ed economico) che regalare per le prossime festività un libro, soprattutto se il volume in questione può rappresentare anche una chiara allusione ed  uno stimolo ad apprendere, parafrasando Woody Allen, tutto ciò che avremmo voluto sapere sul sesso e non abbiamo mai avuto il coraggio di chiedere.

D’amore si vive è una interessante antologia di 890 pagine, che per soli 15 euro, raccoglie 100 novelle erotiche di 44 autori, tra cui illustri specialisti del settore come Giovanni Boccaccio, Pietro Aretino, Giacomo Casanova e Gabriele D’Annunzio, ma anche letterati insospettabili quali il patriota Luigi Settembrini, lo storico Federico De Roberto o la giornalista Matilde Serao, unica voce femminile in un consesso di soli scrittori.
I racconti spaziano per mezzo millennio, dal Trecento all’Ottocento e tra le pagine troviamo un caleidoscopio di tipologie talmente vasto e composito, ma soprattutto attuale, da convincerci che alcuni fenomeni, dai trans alle escort, dai pedofili agli incestuosi, che credevamo fossero un esito della moderna corruzione dei costumi, apportata dal crollo dei valori, sono sempre esistiti e tollerati, ieri forse più di oggi.
Scorre così una galleria di monachelle dal pube voglioso, di monaci arrapati, di contadinelle sverginate, di mariti cornuti ed a volte anche mazziati, di contadinotti sodomiti, soprattutto con gli animali da cortile e poi legioni di ruffiani impertinenti, incestuosi immarcescibili, stupratori incalliti, senza considerare quelle festose brigate di ragazze e giovanotti, che si appartavano per giorni e giorni e senza inibizioni o censure si raccontavano a vicenda storielle licenziose a sfondo sessuale, come ci riferisce il Decamerone ed oggi la televisione col Grande Fratello.
Il curatore della raccolta è un raffinato intellettuale che risponde al nome prestigioso di Guido Davico Bonino, il quale spiega nell’introduzione la nascita del proibizionismo letterario con il Concilio di Trento e l’istituzione dell’indice dei libri proibiti, mentre in precedenza, memori della licenziosità del paganesimo, il sesso veniva interpretato come un’esplosione di sana vitalità, senza distinzione di classi sociali, anche se era raro che una marchesa concedesse le sue grazie ad un moro o ad un poveraccio, anche se ben dotati.
Il Decamerone diventa il modello di tutti i novellieri licenziosi che seguiranno, anche se la censura cercherà di mitigare la fantasia del racconto, ma la prosa riflette la vita e la vita è sesso più o meno nascosto o esibito.
Un merito precipuo dell’antologia è quello di farci conoscere alcuni dei nostri misconosciuti libertini seicenteschi e tra questi spicca la scrittura agile di Ferrante Pallavicini, autore di numerose novelle amorose e di un impareggiabile Retorica delle puttane, un vero e proprio trattato dedicato alle meretrici, alle quali vengono dati opportuni consigli, la cui lettura risulterà oltremodo utile anche per le escort ubiquitarie dei nostri giorni: “Farsi credere sfinita dopo l’orgasmo maschile e recitare nello stesso tempo frasi di supremo godimento”. Accoppiarsi davanti ad uno specchio ed incoraggiare l’uomo al possesso posteriore, una penetrazione sempre gradita per stuzzicare l’orgoglio maschile. Ed inoltre mostrare sentimenti genuini come affetto e comprensione. Un prezioso consiglio inconsciamente recepito dai moderni viados, che pare riescano ad attrarre più delle donne facendo leva su virtù una volta tipicamente femminili.
L’autore di questi fecondi suggerimenti pagò con la vita, decapitato dal boia, la sua audacia letteraria, ma si dimostrò un vero libertino, difendendo le proprie idee con coraggio fino alla fine.
Arrivati al Settecento vi saranno i resoconti delle mille imprese erotiche del prode Casanova e il tentativo di eguagliare il maestro da parte di Lorenzo Da Ponte, librettista di Mozart e tombeur de femme, reso famoso da un recente film a lui dedicato. Sarà un secolo però meno spumeggiante dei precedenti per via della morigerata serietà lombarda e piemontese che domina la scena.
E con l’Ottocento, improntato alla verecondia manzoniana, un alone di finto perbenismo ottunderà le terrificanti esplosioni di gioia che solo un sesso libero da regole può apportare, ne risentiranno gli amplessi più o meno proibiti ed il racconto che di essi fecero i pochi cronisti di quei decenni malinconici.
Achille della Ragione

Ultimo aggiornamento Sabato 05 Dicembre 2009 21:38