The Informant, un film deludente Stampa
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NapoliNews - Tempo Libero
Scritto da Achille Della Ragione   
Lunedì 21 Settembre 2009 20:43

The Informant, un film deludente

Nonostante una superba interpretazione di Matt Damon, ingrassato ed imbruttito per esigenze di copione, The Informant, presentato fuori concorso alla recente mostra di Venezia, risulta una pellicola deludente, una dark comedy nella quale gli elementi tipici della spy story si mescolano con quelli della farsa e della commedia.

Viviamo in anni nei quali la corruzione ha superato e di molto i livelli di guardia in tutto il mondo occidentale, con maxi truffe economiche continue ed il film di Steven Soderbergh rivisita uno dei più clamorosi scandali del settore agro alimentare degli ultimi anni, puntando più sui toni della commedia che su quelli più aspri della denuncia, con una storia intricata, dove follia schizoide ed avidità sfrenata vanno tranquillamente a braccetto.
Matta Damon interpreta un alto dirigente di un gigante dell’industria agricola negli Stata Uniti, dove vigono severe regole sulla concorrenza e l’antitrust non è una figura evanescente e ridicola come da noi. Egli si accorge di manovre poco limpide della sua società, che cerca di accordarsi sul prezzo di alcune sostanze fondamentali con la concorrenza internazionale, per cui accetta per anni di fornire informazioni alla FBI.
Divenuto una sorta di agente segreto, ne approfitta per sottrarre denaro alla compagnia, intestandolo in conti segreti a suo nome in vari paradisi fiscali. Damon è affetto anche da severi disturbi della personalità e col tempo racconta le sue strabilianti imprese, confondendo realtà e fantasia e rendendo impresa ardua decifrare la verità dalla fantasia. Il risultato saranno dieci anni di carcere interamente scontati ed un finale che lascia sbigottiti, oltre che un po’ annoiati, gli spettatori.
Achille della Ragione

Ultimo aggiornamento Lunedì 21 Settembre 2009 21:04