Un Pulcinella fiacco e scontato Stampa
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NapoliNews - Tempo Libero
Scritto da Achille Della Ragione   
Lunedì 16 Marzo 2009 18:48

Un Pulcinella fiacco e scontato

Prestazione sotto tono di Massimo Ranieri
Deludente e scontato il film di Scaparro con Massimo Ranieri l’Ultimo Pulcinella, nato con l’intento di coniugare la poesia di un cantastorie ed il carisma di una maschera, esso si rivela un maldestro tentativo di portare l’estroso personaggio napoletano nella periferia parigina, nei formicolanti palazzoni della banlieue, dove serpeggia il malcontento delle nuove generazioni di figli di emigranti, non integrati e senza lavoro, che spesso esplode in episodi inconsulti di rabbia e contestazione.

Il tentativo di contaminazione della celebre figura  e delle antiche melodie partenopee con i ritmi serrati delle musiche magrebine è lodevole, ma l’atmosfera felliniana nella quale si svolgono le prove dello spettacolo, in un vecchio teatro, recuperato per l’occasione, invitano al sorriso più che alla meditazione.
Ero entrato per vedere un racconto ambientato a Napoli e, come tutti i napoletani  costretti a vivere lontano dalla loro amata patria, ho goduto nel vedere le prime inquadrature, alla vista dei panorama mozzafiato con il Vesuvio sullo sfondo, ripresi dall’aereo degradare dolcemente tra i vicoli brulicanti di vita del centro storico. Ma dopo poco la storia si sposta nella Scampia parigina, dove si svolge tutta la pellicola tra oleografia di seconda mano ed abortiti tentativi di integrazione tra popoli diversi.
“Pulcinella(ma la sua figura è mescolata a quella di Masaniello) non è solo napoletano, è anche  marocchino, portoghese, africano, il suo messaggio non ha patria e non ha tempo”, l’unica frase da salvare dello spettacolo, per il resto stancamente condotto tra  ripetuti luoghi comuni ed improbabili scambi di fratellanza universale.
Un film da dimenticare, ma Pulcinella ed anche Masaniello sanno perdonare.
Ultimo aggiornamento Lunedì 16 Marzo 2009 19:12