 Ischia: Contro la privatizzazione della costituenda Compagnia Regionale Marittima, Risultati del Convegno tenutosi a Forio il 7 novembre 2009
Sottoscrizione di un capestro accordo di programma a Roma tra la Regione Campania ed i Ministeri del Tesoro e dei Trasporti per il dopo Caremar! La costituenda Compagnia Regionale Marittima per la Campania verrebbe gestita dai privati ( lo vuole Bassolino a Napoli e Berlusconi a Roma), uniti in un’intesa programmatica in totale sfregio alla volontà del Consiglio Regionale della Campania. La contestazione parte dal basso, nelle isole Ischia, Procida e Capri.
Lettera aperta Alle forze politiche, sindacali, culturali e tematiche locali, regionali e nazionali Ai Sindaci ed ai Consigli Comunali delle isole del Golfo di Napoli Ai Capigruppo ed ai singoli Consiglieri del Consiglio Regionale della Campania Al Presidente ed agli Assessori della Provincia di Napoli Ai Consiglieri Provinciali di espressione delle tre isole La piattaforma politico- programmatica delle isole Ischia, Procida e Capri .
Tempo scaduto! Con questa scioccante affermazione parte un’iniziativa di autmare e di altre associazioni delle isole ( Ischia, Procida e Capri ) per ricordare alle forze politiche parlamentari ed ai sindaci che la loro latitanza sul tema ed il non far quadrato contro l’accordo di programma Stato- Regione Campania, firmato il 3 nov. scorso, creano gravi conseguenze sui diritti alla mobilità, alla continuità territoriale ed allo sviluppo socio-culturale delle isole ed anche sul piano tariffario. Con il detto accordo di tipo bipartisan per niente avversato dalle forze politiche campane e dai Sindacati, i privati armatori - che operano nel Golfo di Napoli con atti anomali in dispregio alle normative europee ed alla legge regionale 3/2002 ( che chiedono la liberalizzazione del mercato e l’attribuzione dei servizi mediante gare europee) già pregustano la possibilità di gestire la costituenda società pubblica CoReMa e - in barba a quanto hanno finora blaterato contro la Caremar e gli aiuti di Stato ad essa assegnati “ che rompevano il mercato”, così dicevano - sono pronti ad accettare i benefici di una consistente fetta dei contributi statali. Contemporaneamente, fatto per nulla secondario, alla gestione del settore pubblico andrebbero ad aggiungere la gestione dei restante servizi OSP ( obbligo di servizio pubblico) e quelli di tipo residuale, annullando così completamente il mercato ed i vantaggi sul piano sociale e tariffario derivanti dalla distinzione dei ruoli tra pubblico e privato e dalla corretta applicazione della 169/75, legge che ha segnato, pur in una gestione discutibile e non sempre lineare e di qualità, un’epoca per la qualità dell’offerta e per la certezza nei collegamenti e per la sicurezza; cose che saranno difficili da realizzare se dovesse prevale nella gestione dei servizi essenziali la logica del profitto che è nell’accordo di programma citato e negli emendamento governativi inseriti nel Decreto Ronchi 135 del 25 settembre 2009. “ Occorre agire subito sul decreto legge 135/ ’09, prima che venga approvato ”: è questo il grido di allarme che sostanzialmente è emerso nella dichiarata iniziativa interisolana tenutasi a Forio il 7 nov. ’09 ed è su questo punto che si mobiliteranno gli utenti isolani nelle prossime ore sia a livello regionale che nazionale. E, in questa direzione, è già impegnato l’ On. Diodato del Consiglio Regionale della Campania (presente all’iniziativa con un proprio legale per affrontare la questione anche da questo punto di vista) ed è stata inoltrata al leader di Italia dei Valori on. Di Pietro una richiesta d’incontro per discutere sul caso campano e sugli emendamenti da apportare in sede di approvazione del decreto ( che dovrà avvenire entro il 24 novembre prossimo) perché la volontà delle comunità isolane sia presente nella dichiarata fase parlamentare. E’ l’articolo 19-bis ( emendamenti governativi che accolgono l’accordo di programma Stato-Regioni) che, per quanto riguarda il dibattito in Campania, va sostanzialmente modificato. Questi i punti controversi: a)l’ imposizione della privatizzazione del 49% della Corema. A tale proposito va respinta la confusione tra liberalizzazione del mercato richiesta dalla normativa europea, e la imposizione della privatizzazione che è cosa sostanzialmente diversa. Non va ignorato che è la stessa comunità europea a ritenere inoltre opportuna in alcune “ stringenti condizioni e in presenza di insufficienza del mercato “ la soluzione in house, per cui le autorità regionali ben potrebbero rilevare le società regionali ( ex Tirrenia ndr ) per far loro effettuare servizi di cabotaggio purché nel loro ambito territoriale di competenza ( all’interno della stessa regione) ” ; b)la raggiunta intesa ed il condizionamento che essa pone nelle scelte regionali. Si contesta l’interferenza sia in termini costituzionali che etici per il mancato rispetto dell’autonomia legislativa del Consiglio Regionale. Da annullare quindi ogni riferimento alla privatizzazione ed in particolare l’assurda ipotesi che essa può “ riguardare sia l’affidamento dei servizi marittimi sia l’apertura del capitale ad un socio privato “. L’Assemblea rigetta anche la volontà di voler imbrigliare l’azione della Regione Campania con “ uno schema di nuova convenzione di durata non superiore a otto anni con la Tirrenia di Navigazione ( ormai morente ! ndr ), costituente uno degli atti della gara di cui .. “ c)si contesta, inoltre, la presenza nel collegio sindacale della società Corema dei rappresentanti dei Ministeri Trasporti e Tesoro;
A questo punto è quanto mai necessaria ed urgente la convocazione del Consiglio Regionale, in seduta straordinaria e tematica, perché esso definisca la strategia politica regionale ed imponga al Governo Regionale il ritiro di quanto allegramente ha firmato a Roma per avviare un processo di mobilità marittima che tuteli l’utenza e le sue esigenze e crei occasione di sviluppo in una sana e libera concorrenza tra i privati; cosa possibile solo attraverso la realizzazione dei seguenti punti: una Corema tutta pubblica gestita su basi nuove rispetto alla Caremar ( ! ) che veda anche la partecipazione dei nove Comuni delle Isole e della Provincia di Napoli; affidamento alla gestione in house dei soli servizi pubblici essenziali: quelli attualmente offerti dalla Caremar a cui vanno aggiunte le linee per l’approvvigionamento dei beni di prima necessità ( alimentari e combustibili) e per i rifiuti, più le linee veloci flegree; cioè una parte relativamente piccola ma importante rispetto ai grandi numeri di traffico che si registrano nel Golfo di Napoli. A tale proposito è urgente convocare il Tavolo Tecnico presso la IV Commissione Regionale per la definizione del Piano Orario dei Servizi Minimi. Assegnare il restante dei servizi OSP tramite gara europea garantendo comunque e sempre in ogni realtà portuale la presenza di almeno due vettori. Forio 08 novembre 2009 Nicola Lamonica 338 6902828
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