A Casamicciola e' ancora polemica per la definizione dei posti barca per i residenti Mentre all'orizzonte si profila l'ipotesi che vedrà il porto della cittadina termale tra le maggiori mete diportistiche del mediterraneo trova sempre meno spazio la sistemazione dei natanti appartenenti ai cittadini residenti da lunga data. Con obbligo della tassa di stazionamento e la richiesta d’inviare apposita domanda con tanto di marca da bollo rimanda da una stagione all’altra l’annoso problema di trovare un posto almeno ai gozzi.
Sicuramente vi sarà capitato di vedere l'immagine simbolo della cittadina termale con una bellissima barchetta a vela in primo piano e dietro il magnifico sfondo del paese che fu, altri tempi quelli, ed ora, alla luce di questa nuova quanto prevedibile polemica sullo "sfratto" messo in atto avverso i residenti possessori di barche, o meglio natanti (notoriamente non sono assoggettate alla tassa di stazionamento) la scritta che domina il manifesto: "Lights and shadows", sembra quasi uno presa per i fondelli, l'esatta rappresentazione in versi di come si muove ed agisce il mondo politico ai giorni nostri. "Se "Puorcantuono" fosse ancora vivo, neppure lui potrebbe permettersi la barca in questo paese" e così Casamicciola non avrebbe quella splendida cartolina che la rappresenta. E come quella "varcella", la "varcella" di "Puorcantuono", appunto, che ora non c’è più, neppure per i residenti e i loro gozzi c’è più spazio. Una grave problematica che oramai attanaglia da tempo il popolo marinaro locale e che si ripete di “stagione in stagione”. Le nuove previsioni per lo scalo "scoglio scoglio stanno determinando la cacciata dei casamicciolesi e le loro imbarcazioni, fuori dal porto". Si potrebbe scrivere un romanzo sull'eterno problema degli spazi per l'ormeggio esistenti nel braccio portuale isolano, ma nella fattispecie pare più consono esporli a mò di elenco, così come ha fatto chi ha voluto che codesto quotidiano li portasse alla ribalta isolana, volendo solo far notare che tutto quanto sarà in tale scritto trattato sta avvenendo proprio quando la nuova normativa che prevede la definitiva abolizione del canone anche per le piccole imbarcazioni è entrata nel pieno della sua attivazione. Ovviamente per imbarcazioni di un certo limite così che più che un fatto economico è divenuto un fatto simbolico. Andar per mare non è più un lusso su cui pagare un balzello, ma un moltiplicatore di ricchezza e di lavoro da incentivare... la massima semplificazione del vivere navigando. Invece stando alle dichiarazioni nonché ai fatti, nei territori governati dal sindaco Ferrandino si dice che "vogliano mettere le "strisce blu" anche in acqua". Circa 54 possessori di barche, per lo più piccoli gozzi, per dare una soluzione quanto meno a lungo termine al problema dell'assenza di posti per l'ormeggio cercano di ottenere una cima, uno spazio definitivo ed univoco dove seguire le direttive di un soggetto ben definito e non di una pluralità indefinita, insomma vorrebbero rivolgersi e sono anni che lo chiedono ad uno solo che comandi e non ad un tutti che non comandano niente. L’anno passato il signor Senese avrebbe preso impegno con il primo cittadino d'individuare una tariffa per così dire politica in favore di tali 54 unità. In relazione a tale fatto parte delle unità in questione non sarebbero state d'accordo né per il pagamento di una cifra stimata intorno ai 50 euro né per la mancanza di rispetto dei patti preelettorali assunti proprio dal sindaco Ferrandino con la categoria coinvolta. A quanto pare, infatti, sarebbe stata fatta promessa di libero ormeggio per tutti i cittadini residenti nel comune, invece sembra che neppure i pescatori sono possessori di licenza nel proprio comune di origine in virtù proprio di tale grave mancanza. LE PROMESSE Sempre in virtù di tali promesse antecedenti al voto, tanto direte voi di tempo ne è passato, ci sarebbe stata la verbale rassicurazione che nella stagione invernale sarebbe stato consentito ai residenti di trovar posto sulle bitte delle banchine galleggianti sul molo ovest, la qual cosa risulterebbe già di per se precaria poiché potrebbe verificarsi l'eventualità che i regolari possessori di tali spazi pagati, e a caro prezzo, vogliano restare anche in tale periodo sulle zone d'ormeggio assegnate loro, proprio in virtù della durata annuale del loro contratto. In tale circostanza in che modo potrebbe mantenere il suo impegno con coloro che a tutti gli effetti non sono titolari del posto barca. Dovrebbe per forza di cosa e lucrare su quanto già legalmente in essere? In questo avvilente e desolante panorama senza prospettiva di ormeggio congruo per i nostri concittadini, sui moli dove prima questi piccoli possidenti di gozzi ormeggiavano i natanti acquistati sulla scia di una tradizione marinaresca millenaria e dopo una vita di stenti e di sacrifici, ora trovano spazio grossi Yacht e stupende navi a vela. Senza voler altresì parlare di fatti risaputi e che i diretti interessati vorrebbero, altresì, affidare ad una voce autorevole realmente in grado di esserne portavoce, «Diciamo semplicemente che nel nome del Dio danaro il povero cristo può andare a farsi fottere ed accontentarsi di un posto in platea. Per tanto i residenti vedono sistemate le loro unità su più file su quel che rimane del porto casamicciolese libero, buttate un po’ di qua ed un po’ di là. Prelevate con tanto di gru e accantonate in un angolo, per le necessità di sviluppo previste dall’ente stesso, rendendo orami troppo pesante e gravoso per i concittadini il semplice sfizio di avere la barchetta». Si tratta di una indecenza pubblica manifesta a tal punto da divenire sfacciata? O semplici necessità dettate dall’obbligo del progresso a senso unico? Tra un po' saremo costretti ad emigrare per far spazio all'amico dell'amico che viene a trascorrere le vacanze qui a casa di quell'amico... e se tu l'amico non c'è l'hai t'attacchi, ancora più di quando eravamo ai cosiddetti tempi della prima repubblica? "TURISMO NAUTICO" in controtendenza, dunque, votata al forestiero e basta."L'industria nautica" nazionale dalla quale forse noi possiamo considerarci parzialmente esclusi, continua a vivere un periodo a dir poco soddisfacente, mentre da noi il vigore della sua spinta dipende quasi esclusivamente dall'esportazione, a fronte di un mercato interno ben poco dinamico. Il primo motivo dell'inerzia del mercato ischitano è la carenza d'infrastrutture dedicate al turismo nautico locale, visto che si pensa solo al forestiero. Per affrontare questo problema vitale per l'economia del nostro paese Agnelli avviò il primo vero grande progetto di ampliamento per il porto di Casamicciola che nella sua concezione generale ne prevedeva la nuova ed efficace valorizzazione della portualità turistica legata alle potenzialità e alle necessità dell'intera isola d'Ischia e non solo delle frange esterne ed estreme con “panfili a molti piedi”. Insomma se pensare in grande va bene che almeno al piccolo teutonico si riservi un cantuccio per buttare la cima e inseguire il sogno di andar per mare.
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